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Tappa 1: Marrakech

Il battito rosso del Marocco

Benvenuti a Marrakech, la “Città Rossa”, così chiamata per il colore caldo delle sue mura e delle case, che riflettono la luce del tramonto come un incendio nel deserto. Fondata nel XI secolo dalla dinastia degli Almoravidi, Marrakech è stata per secoli crocevia di mercanti, artisti e mistici. Il cuore della città è la Medina, patrimonio UNESCO, un labirinto di vicoli dove il tempo sembra piegarsi su sé stesso. Qui puoi perderti tra i suq, ognuno dedicato a una diversa arte: dai tessuti berberi alle lanterne di rame, dalle spezie profumate al cuoio lavorato a mano. La piazza Jemaa el-Fna, al tramonto, si trasforma in un teatro a cielo aperto con incantatori di serpenti, cantastorie, danzatori e grigliate di kebab che inebriano l’aria. Tra i luoghi imperdibili: il Palais Bahia, capolavoro dell’architettura moresca, il Jardin Majorelle, giardino blu cobalto un tempo rifugio di Yves Saint Laurent, e la Moschea Koutoubia, il minareto simbolo della città. Tip da insider: fermati per un tè alla menta sulla terrazza del Café de France per ammirare il tramonto sulla piazza, oppure prova uno dei moderni rooftop bar di Gueliz, il quartiere contemporaneo e creativo della città.

Image - Tappa 2: Tizi n’Tichka e Aït Benhaddou

Tappa 2: Tizi n’Tichka e Aït Benhaddou

Sulla via delle carovane

Lasciata la città, la strada si inerpica lungo il leggendario Tizi n’Tichka, il passo più alto del Marocco (2260 m), che collega Marrakech alle vallate meridionali dell’Atlante. È un viaggio tra paesaggi che mutano a ogni curva: uliveti, canyon di roccia rossa e villaggi berberi che sembrano scolpiti nella pietra. Lungo il tragitto, minuscoli mercati vendono miele di montagna, olio d’argan e amuleti portafortuna. Poi appare Aït Benhaddou, la Kasbah più iconica del Paese, dichiarata patrimonio UNESCO nel 1987. Questo antico ksar (villaggio fortificato) fu una tappa fondamentale sulla rotta delle carovane che trasportavano oro, sale e spezie tra il Sahara e Marrakech. Le sue torri in fango e paglia, perfettamente conservate, raccontano la maestria dell’architettura in pisé. Non a caso, il sito è stato scelto come set per film epici come Il Gladiatore, Lawrence d’Arabia, La Mummia e Game of Thrones. Proseguendo verso Skoura, la cosiddetta “Oasi delle Mille Kasbah”, il paesaggio si riempie di palme e frutteti. Tra le tante fortezze, la Kasbah Amridil è la più famosa: costruita nel XVII secolo, conserva ancora utensili e decorazioni originali. Qui la vita scorre lenta: gli abitanti coltivano melograni, ulivi e fichi secondo tradizioni secolari. Prima di ripartire, fermati al piccolo mercato di Skoura per acquistare datteri freschi e olio di rosa, prodotto dalle cooperative locali.

Image - Tappa 3: Valle del Dades

Tappa 3: Valle del Dades

Dove la roccia parla al vento

Il viaggio prosegue nella Valle del Dades, una delle più spettacolari del Marocco. Qui la natura ha scolpito canyon e pareti di roccia in forme bizzarre, tra cui le famose “dita delle scimmie”: guglie di arenaria modellate dal vento e dall’acqua nel corso di milioni di anni. Lungo la strada, villaggi di argilla e paglia — chiamati ksour — punteggiano la valle come perle oasi. Ogni villaggio è un piccolo universo: donne che impastano il pane nei forni comuni, bambini che giocano tra i campi di orzo, uomini che intrecciano palme per farne stuoie. La città di Boumalne Dades, posta a oltre 1.500 metri, è un punto strategico tra montagne e deserto. Da qui partono trekking e percorsi panoramici che si snodano tra canyon e oasi verdeggianti. Esperienza consigliata: percorri in auto la strada che sale verso le gole del Dades, con curve vertiginose e punti panoramici mozzafiato — una delle strade più fotografate del Paese. I sapori locali riflettono la semplicità delle montagne: tajine di agnello con prugne e mandorle, couscous alle verdure di stagione e tè dolce alla menta servito in bicchieri decorati.

Image - Tappa 4: Merzouga – Il sogno del deserto

Tappa 4: Merzouga – Il sogno del deserto

Da Boumalne si parte per Tinghir, la “Città delle Palme”, porta d’accesso alle Gole del Todra, canyon imponenti che si ergono fino a 300 metri di altezza. Camminare tra le loro pareti rosate è un’esperienza mistica: il sole si insinua tra le fessure, l’aria è fresca e il rumore dell’acqua che scorre tra le rocce crea un’eco ipnotica. Più a est, l’orizzonte si apre sul Deserto di Merzouga, uno dei punti più spettacolari del Sahara marocchino. Qui il paesaggio è fatto di dune di sabbia dorata alte fino a 150 metri, cammelli che avanzano in fila e silenzi profondi che tolgono il fiato. Al tramonto, il deserto si tinge di arancio e oro, e la notte esplode di stelle. Consigliato un pernottamento in un lodge nel deserto: tende berbere eleganti, fuochi accesi, cena sotto le stelle e musica tradizionale che risuona nell’aria. Tip da insider: svegliati prima dell’alba per scalare una duna e assistere al sorgere del sole sul deserto. Qui il tempo si ferma, e tutto ciò che resta è la pace immensa del Sahara.

Image - Ouarzazate – L’oasi del cinema e delle carovane

Ouarzazate – L’oasi del cinema e delle carovane

Dopo aver lasciato il deserto, la strada si fa più ampia e silenziosa. Si attraversano paesaggi vasti, punteggiati da piccoli villaggi come Alnif, dove il terreno nasconde fossili del Paleozoico e il tempo sembra davvero essersi fermato. Qui i negozietti locali espongono trilobiti e ammoniti come piccoli tesori, e se ti fermi a chiacchierare con i proprietari scopri che molti li estraggono ancora a mano, nel deserto, sotto il sole. Poco più avanti c’è Tazzarine, un paese tranquillo dove la vita segue ancora il ritmo del sole: il mercato si anima la mattina presto, poi cala il silenzio e restano solo le voci lontane dei bambini e il canto dei muezzin. Da lì, la strada scende verso Tamnougalt, una delle Kasbah più antiche e suggestive della Valle del Draa. Le sue mura di fango si confondono con il colore della terra, e al tramonto tutto diventa rosso e dorato. Camminare tra i vicoli stretti del ksar è come entrare in un’altra epoca: porte di legno intagliato, archi bassi, piccole finestre quadrate. Qualcuno ti invita a bere un tè alla menta, e mentre lo prepara racconta storie di carovane che un tempo partivano da qui, dirette verso Timbuctù. Poi, quasi all’improvviso, si arriva a Ouarzazate, la città che segna il confine tra montagne e deserto. È un punto di incontro tra modernità e tradizione, tra la vita vera e il sogno del cinema. Gli Atlas Film Studios, poco fuori città, sono i più grandi d’Africa: passeggiare tra i set abbandonati è come sfogliare un album di film — Il Gladiatore, Game of Thrones, Babel, La Mummia. Alcuni scenari restano lì, sotto il sole, a raccontare la magia del cinema mescolata alla sabbia. Ma Ouarzazate non è solo cinema. La Kasbah Taourirt, con le sue torri color ocra e le decorazioni in pisé, è uno dei luoghi più fotogenici del sud del Marocco. Tip da local: fai un salto al mercato vicino alla Kasbah, dove gli artigiani vendono tappeti berberi dai colori naturali e ceramiche dipinte a mano. È meno turistico di quanto pensi, e i prezzi sono più onesti.